PRENDIMI PER MANO E ANDIAMO LONTANO

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Ognuno di noi ha iniziato ad imparare facendo esperienza, empiricamente, dal momento in cui è nato (e direi anche molto prima!), dunque io mi chiedo: le famiglie come vogliono che imparino i loro bambini?

Vi faccio un esempio: come fareste per insegnare al vostro bambino di un anno che con il fuoco del camino ci si scotta?
A) “Stai lontano che il fuoco scotta!”
B) “Vieni con me a sentire il fuoco, dobbiamo stare molto attenti perché scotta!”
C) Lasciate che sia qualcun altro che presenti il fuoco al vostro bambino

Provate a guardare il fuoco del camino con gli occhi di un bambino, così luminoso, vivace, scoppiettante e così a portata di mano…direi abbastanza invitante!!
Per il bambino la famiglia è il primo riferimento, la mamma, il papà e gli altri fratelli sono per lui la sicurezza; e provate ora a pensare cosa desiderereste voi da persone così fondamentali quando avete una cosa bellissima da raccontare. Di sicuro non apprezzereste che questa venga sminuita o sottovalutata e nemmeno che quella persona vi dimostri il suo disinteresse, bensì vi piacerebbe sedervi al tavolo e raccontare con calma, manifestando il vostro entusiasmo e coinvolgendo chi vi ascolta. Quindi anche il bambino preferisce l’opzione B, sempre. Da quando inizia ad essere vitale nella pancia della sua mamma, quando ancora la relazione avviene tramite gli ormoni, apprezza quando è coinvolto, la sua mamma gli parla e lo tocca; questa cosa si accentua man mano che il bambino nella pancia affina i suoi sensi, inizia a farsi percepire coi suoi movimenti e la famiglia lo accompagna nelle sue prime esperienze di contatto, di ascolto… Dunque l’essere accompagnato è basilare per l’educazione del bambino, ogni nuova esperienza diventa bella se accompagnato, non è pericolosa e non fa paura.

Queste righe vogliono essere un invito alle famiglie ad accompagnare i loro bambini fin dal primo giorno della loro vita (gestazionale e anagrafica) e per accompagnare intendo stare a fianco, non dietro di loro mandandoli avanti nel mondo ad imparare soli e non davanti anticipandoli e spegnendo il loro entusiasmo e la loro voglia di imparare. Questo gesto d’amore sarà ampiamente ripagato quando il bambino, avendo costruito la fiducia nella famiglia, affronterà in modo sicuro e sereno il distacco con i primi gattonamenti o i primi passi, riconoscendo sempre le sue figure di riferimento e mantenendole tali, certo che potrà tornarvi in ogni momento e sicuramente ritornerà.
I bambini sono “nuovi” per il mondo, si arricchiscono pian pian e a partire dalla gravidanza sono i genitori che decidono come vogliono che avvenga la loro crescita. Io sono ostetrica e per lavoro accompagno la mamma e la sua famiglia, attraverso delle conoscenze scientifiche, perché possano sentirsi sicuri e protetti e perché in questa nuova esperienza abbiano sempre un punto di riferimento costante: accompagnare è il gesto d’amore più bello che si possa fare per chi sta imparando a crescere, a conoscere, ad essere.

Ostetrica Roberta Nardulli

ostetrica

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